Secondo studi consolidati negli anni e fatti da medici e ricercatori, allattare al seno il proprio bambino è il miglior modo per farlo crescere in salute. Molte mamme italiane lo fanno, ma spesso la mancanza d’ informazioni corrette, porta molte altre a non farlo.
Dati alla mano, secondo un’indagine condotta su 500 mamme con bambini da 0 a 14 anni, più dell’ 80% ha allattato al seno. Di questo campione, più del 60% ha allattato al seno per 6 mesi o anche di più. Quasi un 70% di donne ritiene che esso sia un metodo naturale fondamentale al nutrimento del neonato, tenendo ben presente le azioni protettive del latte materno contro infezioni batteriche e germi.
Cosa contiene il latte materno subito dopo il parto?
La nascita è un evento traumatico e dal forte dispendio di energie. Il piccolo, ha necessità di recuperare il prima possibile le forze ed il modo migliore sarebbe proprio attraverso il latte materno che è ricco di proteine, sali minerali ma anche e soprattutto di anticorpi, come immunoglobuline, lattoferrina, globuli bianchi e lisozima. Il sistema immunitario del bambino appena nato non è ancora abbastanza efficace per combattere i patogeni ambientali con i quali viene a contatto. Il latte materno viene a rappresentare, quindi, un alimento fondamentale ed insostituibile che stimola l’azione immunitaria e aiuta positivamente gli organi digestivi del piccolo a funzionare in modo corretto.
Secondo quanto spiega il Dottor Davanzo, pediatra di neonatologia e terapia intensiva neonatale, ben un 20% delle morti neonatali al livello mondiale, potrebbero essere evitate se i bambini avessero avuto un normale allattamento al seno materno nelle prime ore di vita. Sempre analizzando altri dati provenienti da indagini, molte mamme smettono di allattare prima dei sei mesi per carenza o scarsa produzione di latte.
La Dottoressa Laura Antinucci, psicologa e consulente professionale in allattamento materno IBCLC, spiega che bisognerebbe verificare se questa mancanza sia reale oppure si tratti di un qualcosa che sia legato ad una componente psicologica. Nel caso in cui la mancanza sia reale, grazie all’aiuto di specialisti si possono conoscere delle tecniche per stimolare la produzione di latte. Far attaccare al seno il proprio bambino ogni qual volta lo desideri e quindi aumentare il numero di poppate, è uno dei metodi per stimolare l’aumento di produzione. Nel caso in cui non sia possibile farlo per mancanza di tempo (quando, la mamma torna a lavoro dopo il periodo di gravidanza), si possono conservare delle scorte di latte materno nel frigo o nel freezer.
Quindi quali sono i consigli che si possono dare alle mamme che decidono di allattare al seno?
L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda alle mamme di non aggiungere liquidi come acqua, camomilla o latte artificiale e pappe, ma di allattare al seno in modo esclusivo dando al proprio bambino solo latte materno per i primi sei mesi di vita e anche più e in modo non esclusivo nel periodo dopo lo svezzamento. Una buona percentuale di mamme italiane, segue le indicazioni dell’OMS, anche se non si sa se lo fa in modo esclusivo e per almeno sei mesi. Al di là delle statistiche e delle indagini, una cosa è certa, seguire queste indicazioni è il miglior consiglio, tenendo in considerazione che esiste un rapporto dose-effetto fra latte materno e benefici.
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