Alimentazione dei neonati: dai primi giorni fino ad un anno di età

Alimentazione dei neonati: dai primi giorni fino ad un anno di età

La gravidanza, specie se fisiologica e senza alcuna complicazione, è uno dei momenti più belli ed intensi della vita di una donna. Il sogno di tenere il proprio cucciolo tra le braccia finalmente si realizza e i nove mesi di gestazione sono una tappa bellissima che la maggior parte delle donne tiene nel cuore per molti e molti anni. Dopo il parto però si viene proiettati, talvolta anche bruscamente, nella realtà: una realtà fatta di poche ore di sonno, di pianti talvolta poco comprensibili e di una nuova vita “a tre” da imparare a gestire il più in fretta possibile. Uno dei problemi che suscitano più preoccupazione nelle neomamme è quello dell’alimentazione del piccolo appena nato. Quali pareri ascoltare? Cosa fare se il piccolo non cresce abbastanza? Il consiglio è quello di seguire sempre le indicazioni del pediatra di fiducia e di non intestardirsi con la bilancia: ogni bambino è a sé, come a sé sono la sua crescita e il suo sviluppo. Se proprio non si riesce a fare a meno di utilizzare la bilancia per neonati, il consiglio è quello di limitarsi ad una pesata alla settimana, specie se il piccolo non presenta particolari problemi. Non esiste “un’agenda” vera e propria sull’alimentazione del bambino nel primo anno di vita, perché ogni piccolo ha peculiarità specifiche e particolari che solo l’istinto materno e un buon pediatra potranno comprendere a pieno. Esistono però delle linee guida, che possono essere da esempio per tutte le neomamme che si trovano ad affrontare i primi mesi dopo il lieto evento. Scopriamo qualche utile informazione sulle varie fasi dell’alimentazione dei bambini, dai primi giorni fino al primo anno di età.

0-4 mesi

La primissima fase dell’alimentazione del neonato è esclusivamente lattea: questo significa che tutti i nutrienti di cui il bebè ha bisogno verranno somministrati attraverso il latte materno o quello artificiale. Il bambino non ha bisogno di altro: il latte, che sia materno, misto oppure artificiale è in grado di fornire al piccolo tutte le sostanze necessarie al suo corretto sviluppo. Molte neomamme si stupiscono nel sapere che nemmeno un elemento importante come l’acqua va somministrata al neonato nei primi mesi: verrà introdotta in seguito. Il consiglio è sempre quello di affidarsi ad un’ostetrica di fiducia per tentare l’allattamento al seno: grazie ad esso infatti il piccolo fortifica le sue difese immunitarie, assimila gli anticorpi materni e corre meno rischio di contrarre allergie e altre malattie dell’apparato respiratorio e gastroinstestinale. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di fornire al bebè il latte materno non solo per i primi sei mesi di vita, ma di prolungare l’allattamento al seno fino ad oltre il primo anno di età. Spesso si sente dire da molte mamme che non hanno avuto latte o hanno avuto problemi legati all’allattamento: questo è vero soltanto in rarissimi casi. Seguendo le indicazioni di un’ostetrica di fiducia l’attaccamento al seno può avvenire fin dalle prime ore di vita del piccolo e protrarsi per mesi e mesi senza problemi, in un’esperienza appagante e soddisfacente. Il numero delle poppate può variare da bambino a bambino: in genere possono essere tra le 5 e le 8 al giorno, ma la tendenza è quella di favorire un allattamento ” a richiesta”: il piccolo, anche se appena venuto al mondo, è già consapevole dei suoi bisogni. Assecondarlo agevolerà il compito della mamma, che lo vedrà mantenersi stabile nei suoi parametri di crescita: un aumento di peso ideale varia dai 150 ai 250 grammi alla settimana.

5-6 mesi

Questa è la fase del cosiddetto “svezzamento“: il piccolo passa da un’alimentazione esclusivamente lattea, all’introduzione di cibi semisolidi. Non c’è una data precisa in cui iniziare lo svezzamento: esso può avvenire dalla fine del quarto, fino al sesto mese del bebè: il pediatra saprà dare tutte le indicazioni del caso. Le “pappe” e gli omogeneizzati vanno somministrati con cautela, alternando i diversi sapori per capire quale il piccolo predilige. Naturalmente durante lo svezzamento il latte non viene eliminato: le poppate possono continuare ad essere fino a tre al giorno. Gli alimenti con cui iniziare lo svezzamento sono la frutta e la verdura (passata, filtrata e schiacciata) cui affiancare patate, carote e creme di riso e cereali. E’ importante attenersi alle indicazioni di un esperto per scongiurare il rischio di allergie.

7-12 mesi

Dal settimo mese in poi il piccolo inizia gradualmente ad ampliare la gamma di alimenti da introdurre nella sua dieta: si possono cominciare a somministrare nuovi tipi di frutta e verdura come zucchine, broccoli, finocchi e dare pastine e nuovi tipi di cereali, meglio se senza glutine. Le primi carni ad essere introdotte dovranno essere quelle bianche, seguite dai pesci considerati più magri come sogliola, merluzzo e nasello. I biscotti potranno essere sbriciolati all’interno del latte e già dall’ottavo-nono mese le varietà di carni e frutta saranno sempre più numerose. E’ importante fare sempre delle “prove” con gli alimenti, somministrando inizialmente piccolissime quantità, per vedere la reazione del piccolo e scongiurare il rischio di allergie. Il primo anno di alimentazione del bambino si conclude con un menù ricco e variegato, non distante da quello dell’adulto. Per qualsiasi dubbio, è sempre opportuno chiedere consiglio al pediatra di fiducia.

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