Il terzo trimestre di gravidanza è anche l’ultimo di questi nove lunghi ed intensi mesi. Durante i primi due trimestri, sono molti i cambiamenti che vengono affrontati dalla futura mamma. Infatti, se nel primo sono più evidenti gli sbalzi emotivi, nel secondo, lo è sempre di più lo sviluppo fisico.
Tutti e tre i trimestri presentano delle proprie caratteristiche che vengono, più o meno, avvertite da tutte le donne in dolce attesa. Anche nelle ultime settimane, avvengono delle importanti modifiche sia dal punto di vista estetico che da quello sentimentale. Inoltre, si avvicina sempre di più il momento del parto.
Di conseguenza, compaiono con sempre più frequenza i timori relativi alla futura nascita che prima erano più celati. È necessario effettuare gli ultimi controlli, organizzare la casa e decidere con il proprio datore di lavoro il congedo di maternità. Per questo motivo, è fondamentale conoscere quello che sta per accadere per prepararsi e non stressarsi.
Il terzo trimestre di gravidanza: Come prepararsi
Il terzo mese ed ultimo trimestre di gravidanza, subentra dalla ventiseiesima settimana + 3 giorni e si conclude (nella maggior parte dei casi) alla quarantesima. Di conseguenza, si tratta delle ultime 14 settimane in cui la futura mamma terrà nel pancione il proprio bambino. Dopo aver già superato gran parte della gravidanza, non rimane che questo ultimo periodo da affrontare prima del parto.
Durante tutta questa durata, sono diverse le fasi che si susseguono. Nonostante ogni donna le avverta in maniera differente, solitamente sono molto comuni i sintomi che vengono riscontrati. Anche per quanto riguarda questo trimestre, ci sono delle caratteristiche sia fisiche che emotive prevalenti.
Infatti, si tratta proprio dell’ultimo periodo in cui la mamma sarà così strettamente legata al piccolo. Di conseguenza, si avvertiranno ancora dei cambiamenti fisici anche se alcuni in forma meno intensa ed altri nuovi. Inoltre, anche mentalmente è importante effettuare un percorso che aiuti il futuro distacco. Per questo motivo, è fondamentale prepararsi sotto alcuni diversi aspetti.
Prepararsi fisicamente
Nonostante i cambiamenti fisici più importanti ed evidenti siano già stati affrontati nei primi due trimestri, anche in quest’ultimo vedremo ulteriori modifiche. Per quanto riguarda il peso, è normale che ci sia un continuo e costante aumento, come conseguenza dell’ingrandimento del feto. In generale, una donna dovrebbe assumere nel complesso tra i 7 Kg ed i 12 Kg (a seconda del peso di partenza).
Di conseguenza, in queste ultime settimane il corpo della futura mamma raggiungerà il suo culmine. Come anche in tutta la prima parte della gravidanza, è importante non fare del peso un’ossessione ma, allo stesso tempo, bisogna tenerlo sotto controllo per il benessere del bambino. Dall’altra parte potranno presentarsi delle difficoltà e dei dolori fisici differenti o più insistenti rispetto a prima.
L’ingrossarsi continuo della pancia (e del feto), porta fino all’80% delle donne ad una postura scorretta con un conseguente forte mal di schiena. Per questo motivo, è importante effettuare con costanza degli esercizi fisici di allungamento e stretching, oltre che frequentare un corso preparto.
Inoltre, l’ingombro della pancia renderà anche il riposo sempre più difficoltoso. Per aiutarsi è possibile scegliere dei cuscini adatti e degli integratori naturali che concilino il sonno. Infine, potrebbe presentarsi anche un aumento della ritenzione idrica e della stitichezza. In generale, questi ultimi due sintomi si aggravano solo se già affrontati anche nei primi due trimestri della gravidanza.
Prepararsi emotivamente
Come abbiamo anticipato nella prima parte del paragrafo, in questo ultimo trimestre avvengono dei cambiamenti sia da un punto di vista fisico che da quello emotivo. Tutti conosciamo i grandi sbalzi di umore e le voglie improvvise delle prime settimane di gravidanza. Tuttavia, in pochi sanno che è possibile che queste ultime si ripresentino anche in questa fase prima del parto.
Nonostante ciò, generalmente sono di intensità e frequenza inferiore rispetto a quelli del primo semestre. Per questo motivo, la futura mamma è di solito in grado di riconoscerle e gestirle senza troppe difficoltà. Al contrario, subentra un nuovo ed importante ostacolo che è fondamentale riuscire a comprendere ed assimilare: il distacco.
Sono molte le donne che vivono questo ultimo periodo con il timore della prossima separazione dal feto. Infatti, nonostante non si tratti effettivamente di un allontanamento, può risultare difficile riuscire a razionalizzare questo processo. Dopo aver vissuto per nove lunghi mesi con il bambino nella propria pancia ed aver subito tutti gli sbalzi fisici ed emotivi che ciò comporta, è del tutto normale sentirsi spaventati.
Infatti, subentrano diverse paure, da quella di non riuscire ad essere un buon genitore a quella di sentirsi meno amati dal piccolo dopo il parto. Insomma, come nella vita quotidiana, ogni mamma affronta questo periodo in modo differente. Tuttavia, è essenziale essere accompagnati anche in questo processo meno visibile, per non rischiare di cadere in conseguenze future più gravi (come la depressione post-parto).
Preparare l’ambiente circostante
Sono le ultime settimane prima che il bambino nasca ed è importante che tutto sia pronto per il suo arrivo. Innanzitutto, è fondamentale che questo percorso non venga vissuto con stress ed ansia. Da una parte ne risentirebbe anche il feto stesso e, dall’altra, al piccolo interesserà solo l’affetto dei propri genitori una volta nato.
Per questo motivo, non importa se non si riescono ad acquistare 10 pigiamini diversi o un set di peluche. Tutto deve essere svolto nel modo più naturale e rilassante possibile, con una consigliata condivisione tra i due prossimi genitori. Inoltre, si entra anche nella fase in cui alla mamma è concesso richiedere i 5 mesi per il congedo di maternità.
In generale, è possibile scegliere come distribuire queste settimane insieme al proprio datore di lavoro. Non bisogna avere l’ansia di continuare a lavorare subito prima o dopo il parto. Piuttosto, è importante che il periodo di ripresa venga affrontato con calma affinché non ci siano successive ricadute fisiche ed emotive.
Terzo trimestre di gravidanza: Quando andare in ospedale
Come abbiamo anticipato, anche da un punto di vista fisico è corretto che si presentino delle difficoltà diverse o più insistenti. Tuttavia, nonostante il momento del parto si avvicini sempre di più, è importante non farsi prendere dal panico e riconoscere i diversi dolori. Abbiamo visto insieme alcuni tra quelli che si presentano più comunemente in questa ultima fase della gravidanza. Ma come riconoscere quando andare in ospedale?
Già dalla fine del secondo trimestre compaiono le prime contrazioni preparatorie, anche dette di Braxton-Hicks. Tuttavia, queste ultime, non sono molto dolore ma piuttosto fastidiose. Per questo motivo, nella maggior parte dei casi è facile distinguere e riconoscere le vere contrazioni finali.
In particolar modo, quelle che indicano che il parto è imminente (e bisogna raggiungere l’ospedale), hanno delle caratteristiche differenti. Infatti, sono di intensità maggiore, si presentano con una regolarità sempre più fitta ed hanno una durata molto più lunga. In questa situazione, è necessario contattare il proprio medico e raggiungere l’ospedale.
Scrivi un commento