La preparazione al parto naturale
Quando si arriva alla fine di una lunga gravidanza tutto sembra prendere una piega molto diversa. Spostarsi diventa più difficile, si deve sopportare il peso aggiunto del feto e in più vi è spesso un preciso fattore psicologico: la paura di dover affrontare un parto naturale molto doloroso. Il fattore psicologico causa altri tipi di disturbi, come lo stress, l’ansia, l’insonnia o persino la depressione. L’intensità della paura si moltiplica in modo considerevole se la donna è alla sua prima gravidanza. Non sapendo cosa dovrà affrontare in futuro lei cerca di prepararsi psicologicamente, ma non sempre questo riesce. Una donna incinta che si prepara al parto tende a consigliarsi con le proprie amiche oppure a parlare con la propria madre delle sue esperienze. Le varie letture e i film coinvolgono la futura mamma a tal punto che lei inizia a sentire l’ansia e spesso hanno un effetto tutt’altro che benefico sulla psiche femminile.
Fasi del parto naturale
Il dolore varia notevolmente da donna a donna. Cambia la sua intensità, il modo in cui viene espresso e anche la sua durata. Questo perché l’organismo di ogni donna ha delle proprie specificità e come tale è molto particolare. Ogni parto naturale è un’esperienza molto personale, tuttavia, in linea generale è possibile definire alcune fasi che accompagnano la comparsa al mondo del nascituro. La prima fase precede l’operazione di parto vera e propria. Durante questa fase si percepisce un acuto dolore nella zona del basso ventre, di qualche centimetro sopra il pube. Negli istanti successivi alla comparsa di queste sensazioni di dolore, quest’ultimo si diffonde nella vicina lombare. La seconda fase corrisponde allo stiramento, con il verificarsi di varie lacerazioni nel canale del parto, nella pelle della vulva oppure nel perineo. Nella maggior parte dei casi il parto naturale è accompagnato da altri tipi di dolore, come una sudorazione anomala e il vomito. L’intensità del dolore aumenta con gradualità durante il parto, salvo localizzarsi nella sua penultima fase nel canale del parto. Successivamente avviene la fase di espulsione, durante la quale la donna è chiamata a fare delle notevoli spinte per far nascere il feto. In ultimo luogo si verifica la fase di secondamento, ovvero quella di espulsione della placenta.
Come combattere il dolore
Esistono delle tecniche precise che aiutano a vivere l’esperienza del parto in maniera più serena. Per esempio, molti dottori consigliano di assecondare le contrazioni per agevolare la comparsa al mondo del nascituro. Una particolare attenzione va prestata anche alla respirazione. Qualora si riuscisse a controllarla, si potrebbe avere un grande sollievo e capire di poter controllare la nascita del bambino. Fare dei grandi respiri aiuta a ridurre in modo considerevole la percezione del dolore. Queste, però, sono soltanto delle considerazioni basilari utili ad alleviare il dolore di un parto naturale, mentre esistono dei metodi più efficaci e anche maggiormente avanzati non solo per ridurre il dolore del parto, ma persino per annullarlo del tutto. Uno dei metodi più diffusi e comunemente utilizzati è sicuramente rappresentato dai farmaci antidolorifici. Molti ginecologi li evitano per non causare danni collaterali alla donna o al feto, ma come mostra la pratica clinica molte volte si tratta di un modo sicuro perché il travaglio sia meno doloroso da sopportare. In linea generale, però, è meglio non utilizzare i medicinali di vario genere. Altresì, vi sono molti metodi completamente naturali per alleviare il dolore del parto. Il loro rischio è pari a zero, ma non vengono utilizzati semplicemente perché non presi in considerazione.
L’effetto del calore sul dolore del parto
Alzando la temperatura in una determinata zona del corpo si fa ricorso alle semplici leggi della fisica. I vasi sanguigni vengono dilatati in modo considerevole, il flusso del sangue viene agevolato. Questo, dal canto suo, permette ai muscoli di diventare meno tesi. Durante il passaggio, il feto li intaccherà di meno, il che diminuirà in modo considerevole il dolore. Per applicare questo principio della fisica, si consiglia di procurarsi una bottiglia di acqua calda, avvolgerla in un asciugamano e applicarla sulla zona corporea dove si vuol alleviare il dolore. Si può anche utilizzare del sale grosso (scaldato in una padella) e avvolgerlo appositamente in un asciugamano da applicare poi sulla cute. In alternativa si potrebbero utilizzare delle comprese calde. L’effetto del caldo è da utilizzare dopo la prima fase, per diminuire il dolore diffuso in tutta la zona lombare.
Come utilizzare il freddo sui dolori del parto
Come ben si sa, il freddo ha la capacità di rallentare i vari processi del corpo umano. Questo significa che se si mettesse del ghiaccio su una zona che fa male, il dolore si allevierebbe. Oltretutto, la sensazione di freddo è spesso molto più profonda di quella del caldo. Essa tocca i punti più profondi dell’organismo umano e viene raccomandata principalmente per alleviare un dolore molto intenso e acuto. Il più delle volte vengono utilizzate delle borse di ghiaccio o delle lattine fredde, anche di bevande come la Coca-cola o la Fanta. Per rendere il tutto più efficace, si consiglia di alternare gli stimoli caldi a quelli freddi. Le tecniche del freddo sono da utilizzare durante la prima fase del parto, per alleviare il dolore del basso ventre, e durante la penultima fase, per addormentare la zona vaginale poco prima della nascita del bambino.
Le sostanze naturali
La Madre Natura fornisce agli umani un vasto arsenale di sostanze da utilizzare per spostare gli equilibri del proprio corpo verso un estremo o l’altro. Durante un parto la pressione sanguigna di una donna aumenta in modo considerevole, ma qualora questo non avvenisse, lei potrebbe bere del caffè. Se, invece, ci si preoccupasse troppo (e in caso di troppo coinvolgimento emozionale il dolore si sentirebbe di più), si potrebbe prendere in considerazione l’idea di bere una camomilla rilassante, in modo da affrontare il parto in maniera più tranquilla possibile.
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