Il parto naturale

Il parto naturale

Siete arrivate alla fine della gavidanza, gli ultimi tempi sembrano non passare più. Inoltre iniziano a farsi strada numerose domande riferite alla scelta del parto: cesareo o naturale? Innanzitutto vediamo cosa si intende per  parto “naturale”.

Il parto naturale, o spontaneo, è quello che avviene per via vaginale senza il bisogno di aiuti medici, come l’utilizzo della ventosa per favorire l’uscita del bambino o la somministrazione di ossitocina per stimolare le contrazioni. In quest’ultimo caso, il parto è comunque vaginale ma viene detto operativo.
Il parto naturale è un evento che spaventa molto la futura mamma. I dolori del travaglio sono sicuramente uno spauracchio, soprattutto quando la donna è in attesa del suo primo figlio: non sapendo bene cosa aspettarsi magari si basa sulle esperienze delle amiche o della propria mamma, sui film o sulle letture, rimanendo, spesso, sconvolta.

In generale partorire naturalmente è sicuramente doloroso,  con sfumature anche accentuate tra donna e donna, ma è pur sempre un’esperienza del tutto personale, motivo per cui è possibile solo definire le diverse fasi. Nella prima fase vi è una percezione del dolore tipicamente localizzata nel basso ventre, appena sopra il pube, con irradiazioni nella zona lombare e l’attacco delle cosce. Nella seconda il dolore riguarda soprattutto lo stiramento e le possibili lacerazioni a carico del canale del parto, il perineo e la pelle della vulva. Il dolore può portare altri fastidiosi sintomi quali sudorazione e vomito. Naturalmente questa sofferenza aumenta di intensità con il procedere del travaglio, perché il bambino scende verso il canale del parto, però diventa più localizzata. Poi c’è la fase espulsiva, ovvero il momento delle spinte, che portano alla nascita del bambino ed infine c’è il secondamento, ossia l’espulsione della placenta. In linea generale, questo è ciò che accade, ma ogni donna ha una diversa soglia del dolore, oltre che una diversa elasticità muscolare, quindi se per alcune il travaglio è davvero un’esperienza fisicamente molto dura, per altre non più dolorosa di un grosso mal di pancia.
Esistono delle tecniche che possono aiutare la mamma ad affrontare al meglio le doglie, assecondando le contrazioni e, quindi, la fase espulsiva, e alleviando la percezione dolorosa. Quasi tutte le donne hanno fatto un corso pre-parto dove vengono istruite sulle tecniche di respirazione che possono aiutare a gestire il dolore e a guidare al meglio il proprio corpo per agevolare la nascita del bambino. Se appresa bene e usata al momento giusto, sicuramente una respirazione corretta può dare un gran sollievo e un senso di controllo del parto, inoltre, considerate che una buona ossigenazione, oltre a ridurre la percezione dolorosa, fa bene anche al bebè.
Ad ogni modo il parto non è solo dolore: è un insieme di emozioni contrastanti quali paura, ma anche gioia per l’arrivo imminente del bambino, oppure timore di non farcela intervallato alla sensazione di essere invincibili. Inoltre è un momento molto intenso per la coppia, l’esperienza di condividere certi sguardi (che siano di dolore della donna o teneri, di preoccupazione da parte del compagno), rendono il tutto unico. Infatti sono molte le donne che, una volta partorito, ripetono che rivivrebbero ben volentieri l’esperienza del parto.

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