Come più volte accennato, durante i nove mesi di gravidanza sono molte le decisioni che i neo genitori si trovano a dover affrontare. Alcune sono scelte dettate dall’istinto, altre dalla consapevolezza e dalle informazioni e consigli ricevuti dai medici di fiducia, altre ancora invece vengono fatte per necessità, o in base alle proprie possibilità economiche. Tra queste ultime c’è sicuramente anche quella che riguarda la conservazione del cordone ombelicale. In un articolo di qualche tempo fa abbiamo già ampiamente discusso riguardo la modalità di conservazione del cordone ombelicale, che può avvenire presso una banca pubblica o una banca privata. Mentre la conservazione del sangue cordonale presso una struttura pubblica (in Italia ce ne sono diverse in ogni regione) è completamente gratuita, quella presso le strutture private – che si trovano all’estero e principalmente in Svizzera, Belgio, Inghilterra, Stati Uniti o Germania – ha costi molto sostenuti, anche perché occorre rivolgersi ad una società privata italiana che faccia da intermediario. E’ una spesa che non sempre una giovane coppia può affrontare, ma che può essere rateizzata accordandosi con la società privata prescelta. Ma è una spesa detraibile? Può essere scaricata, insieme alle altre spese sanitarie, con il modello 730? Scopriamo insieme se si può ottenere un rimborso per la conservazione delle cellule staminali cordonali per uso autologo.
Detrazione fiscale per la conservazione del cordone ombelicale:
Ottenere un rimborso del 19%, come previsto per tutte le spese mediche e di assistenza che eccedono l’importo di 129,11 euro, su una spesa sicuramente superiore ai 2000 euro (questi i costi minimi per la conservazione delle staminali cordonali per uso autologo) potrebbe essere anche un elemento in grado di influenzare la decisione dei neogenitori. Ma è possibile, dunque, scaricare questa spesa? La risposta generica è sì, ma ci sono alcuni precisi vincoli da rispettare. Il testo legislativo di riferimento che regola questa tematica è la Risoluzione n.155/E del giugno 2009 della Agenzia delle Entrate: se dal 2005 è pienamente riconosciuta la donazione pubblica delle cellule cordonali a fini solidaristici, per la conservazione ad uso autologo si è dovuto attendere ben quattro anni più tardi. Essa infatti viene riconosciuta solo ed esclusivamente per un “uso dedicato al neonato o a consanguinei con patologia in atto al momento della raccolta per la quale risulti scientificamente fondato e clinicamente appropriato l’utilizzo di cellule staminali da sangue cordonale”: questo è anche l’unico caso in cui è prevista la detrazione fiscale per la conservazione del cordone ombelicale. Ciò significa che, per ottenere il rimborso del 19% è necessario presentare tutta la documentazione clinica che certifichi l’utilizzo delle staminali cordonali per il neonato stesso o suoi consanguinei con una malattia del sangue in atto nel momento della donazione stessa.
Per tutti gli altri casi dunque, come ad esempio la conservazione preventiva per un eventuale uso futuro delle staminali cordonali criocongelate, non è previsto alcun tipo di detrazione fiscale.
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