Cos’è la disgrafia

Cos’è la disgrafia

Per disgrafia si intende quel Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) che impedisce al bambino di scrivere in maniera corretta ed intellegibile. Solitamente è possibile constatare con maggiore certezza questo disturbo dalla terza elementare, poiché prima si può confondere lo sforzo e il disordine nella scrittura con la fatica dell’apprendimento.

Nei primi anni delle elementari, infatti, non si presta eccessiva attenzione a questo problema, imputando la scrittura disordinata o la confusione sul quaderno allo sforzo fatto nell’apprendimento della scrittura.

Questa infatti, richiede l’acquisizione di determinati fattori strettamente collegati tra loro, come il collegamento occhio-mano, l’organizzazione spazio-temporale e lo sviluppo motorio. Se dopo la terza elementare queste funzioni non sono ben acquisite rendendo la scrittura automatizzata, si può notare che c’è qualcosa che non va.

Disgrafia: Come si manifesta?

La disgrafia non è un disturbo trascurabile perché è in grado di compromettere la capacità di espressione del bambino e di esplicitare le proprie idee. Per il 20% degli studenti italiani che presentano disgrafia, l’atto motorio di scrivere è una fatica che può condizionare la comprensione del contenuto.

In genere, la disgrafia si presenta secondo atteggiamenti tipici da parte del bambino, quali:

  • Scrivere numeri e lettere al contrario
  • Non ricordare la forma grafica di alcune lettere
  • Dimenticare o posizionare male le “gambe” delle lettere corsive (es. m può essere scritta n, oppure la a diventa o)
  • Restare indietro durante i dettati
  • Impugnare ed usare la penna in maniera non corretta
  • Scrivere in maniera troppo lenta o troppo veloce, senza coordinazione o fluidità
  • Esercitare una pressione eccessiva sul foglio (segno di tensione)

Dal punto di vista della postura si può osservare che durante la scrittura il bambino ha il corpo spesso posizionato in modo esageratamente inclinato, talvolta addirittura si sdraia sul foglio che a sua volta è inclinato.

La mano che solitamente tiene il quaderno viene posizionata altrove o diventa un appoggio per la testa, minando l’equilibrio generale del corpo. La mano è “bloccata” e il braccio fatica a scorrere, muovendosi “a scatti”, tutto questo causa fatica o dolore alla mano, al braccio e/o alla spalla.

Come aiutare i bambini con disgrafia

Modificare questi comportamenti, già dall’età prescolare, significa apportare un importante miglioramento nella scrittura del bambino, e di riflesso nella sua vita scolastica, sia con se stesso in termini di autostima, sia con gli altri all’interno della classe o della famiglia.

Il grafomotricista e lo psicomotricista specializzato nella grafomotricità sono le figure professionali a cui ci si può rivolgere in questi casi per migliorare la scrittura.

Attraverso esercizi specifici che riequilibrano l’utilizzo dei muscoli corretti, la terapia grafomotoria sviluppa alcune abilità fondamentali (come la capacità di far scivolare il braccio) e reimposta la scrittura nell’ordine corretto dei gesti, permettendo a questi ragazzi di ricominciare a usare la scrittura come uno strumento e non un ostacolo per l’apprendimento.

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