Negli ultimi tempi si sente sempre più spesso parlare di babywearing: ma cosa si intende con questo neologismo, di origine inglese, entrato però ormai di diritto nel vocabolario italiano ed in particolare nel mondo dei bebè e delle neo mamme? La risposta è molto semplice: con il termine “babywearing” si intende letteralmente la pratica di portare il bimbo “addosso”. La parola “wearing” significa “indossare” ed è utilizzata in inglese proprio in riferimento ai capi di abbigliamento: questo significa che il piccolo diventa quasi un tutt’uno con il corpo materno. Il bebè viene trasportato durante tutte le attività quotidiane esterne, cioè fuori casa, “legato” al grembo materno, per mezzo di un marsupio oppure di una fascia. Questa pratica, molto diffusa nei paesi del Nord Europa, sta prendendo sempre più piede anche in Italia: dietro alla parola babywearing c’è infatti tutto un mondo da scoprire, fatto di scambio “ad alto contatto” tra mamma e bambino, fatto di cure e attenzioni che soltanto un rapporto quasi simbiotico e “corpo a corpo” può fornire. Scopriamo insieme i vantaggi del babywearing e gli strumenti più adatti alla messa in atto di questo tipo di pratica, che sono fondamentalmente due: la fascia e il marsupio.
I vantaggi del babywearing
Come mai un numero sempre maggiore di neomamme, ma anche di pediatri, consiglia vivamente il babywearing anziché trasportare i piccoli in carrozzine e passeggini? I vantaggi di questa pratica sono molteplici: innanzitutto sempre più esperti sostengono che il babywearing soddisfi un bisogno innato del neonato, che è quello di continuare il rapporto simbiotico vissuto con la mamma nei nove mesi di gestazione. Prossimità e vicinanza tra grembo del neonato e grembo materno fornirebbero al piccolo serenità e tranquillità: il rapporto di dipendenza e simbiosi sembra che aiuti a crescere bambini più autonomi e sicuri di sé.
Il secondo vantaggio è sicuramente rappresentato dalla comodità del babywearing: trasportare il bimbo attaccato al grembo permette alla mamma di avere le mani completamente libere. Questo significa poter spingere un carrello durante la spesa al supermercato, cercare liberamente le chiavi della macchina e tenere per mano anche un eventuale altro fratellino o sorellina più grandi.
Inoltre il babywearing, se praticato fin dai primissimi mesi di vita del bambino, permette alla mamma di riconoscere da subito i suoi segnali. L’unico modo che hanno i piccoli di comunicare è il pianto, ma un pianto può sottendere un’infinità di problematiche diverse: dalla fame, ad una posizione scomoda, ad un malessere passeggero, fino alla semplice voglia di coccole. L’empatia che si crea con la vicinanza durante il trasporto aiuterà la neomamma a capire tutte le esigenze del bebè in minor tempo.
Il marsupio ergonomico
Tra i principali strumenti per praticare il babywearing c’è il marsupio ergonomico, che si differenzia dai marsupi più arcaici e tradizionali poiché permette un maggiore contatto tra mamma e bambino e si può utilizzare in diverse posizioni (sul davanti, sulla schiena e su un fianco). Un marsupio ergonomico è realizzato con bretelle e fasce regolabili, da agganciare intorno alle spalle o alla vita del genitore, in modo da distribuire il peso in maniera uniforme. La forma ergonomica e ben strutturata consente un perfetto supporto: il marsupio è infatti indicato per i bimbi più grandi, che possono arrivare anche ai 7 chili di peso. E’ possibile, a seconda dei modelli, trasportare con un marsupio ergonomico anche i neonati, ma è consigliabile l’utilizzo di un riduttore o di cuscini appositi, che permettano al piccolo di avere una maggiore comodità e di tenere la testolina ben ferma. E’ leggermente più ingombrante e sicuramente più caro di una fascia portabebé, ma molto pratico e sfruttabile per un tempo maggiore.
La fascia portabebè
Le fasce portabebè sono molto di moda nell’ultimo periodo, tant’è che sono nate in molte città d’Italia delle cosiddette “fascioteche”, cioè dei luoghi di incontro per neomamme in cui – solitamente altre mamme più esperte – spiegano l’utilizzo della fascia e ove è possibile anche prenderne in prestito o affittarne alcune. Le fasce portabebè possono essere realizzare in diversi tessuti, come il cotone o il jersey, sono elasticizzate e non presentano alcun supporto in metallo come fibbie, anelli o cinture. Questo rende le fasce molto morbide ed adattabili a qualsiasi tipo di costituzione: una fascia può arrivare a misurare anche sei metri e può essere quindi indossata praticamente in ogni modo. Come il marsupio essa può essere utilizzata sia per trasportare il bebè sul davanti, che sulla schiena oppure su un fianco. Le fasce sono esteticamente molto colorate e belle da vedere, sono comode e consentono una maggiore aderenza rispetto al marsupio. Inoltre sono molto leggere: possono essere ripiegate su se stesse e portate tranquillamente in borsa, per essere tirate fuori all’occorrenza. Sono anche economiche: l’unico piccolo svantaggio che presentano è che bisognerà prendere la mano, inizialmente, con le istruzioni su come legare le fasce per ottenere le diverse posizioni che consentano un’ottima trasportabilità sia per la mamma che per il neonato.
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