Il sacco amniotico è un ambiente totalmente sterile poiché è bloccato al collo dell’utero dal tappo mucoso, è quindi l’ambiente più sicuro per il bambino che vi cresce dentro. Avvolge il bambino durante i nove mesi, lo protegge da traumi e da infezioni, lo tiene al caldo e gli consente di allenare l’apparato digerente e respiratorio. Al momento della nascita lo aiuta ad uscire dalla pancia della mamma.
Quando questo avviene, il liquido che ne fuoriuscire è un liquido sieroso trasparente con parti bianchicce ( frammenti di vernice caseosa del bambino). Nell’80% dei casi, quando la gravidanza è al termine oltre la 37a settimana il travaglio ha inizio spontaneamente nelle 24 ore successive alla rottura delle acque. Questo evento libera una sostanza chiamata prostaglandina, che stimola le contrazioni, responsabili dell’induzione al travaglio. Vi sono anche testimonianze di donne che hanno avuto la rottura delle acque senza necessariamente avvertire le contrazioni, in effetti può accadere perchè ricordiamo che ogni parto è diverso per ogni donna.
In genere si distinguono tre momenti diversi in cui può avvenire la rottura:
- Prima del travaglio: in alcuni casi può verificarsi una rottura delle acque prematura, ovvero prima della 33esima settimana, ed in questi casi è fondamentale recarsi in ospedale il più presto possibile, affinchè siano i medici a valuare, in base alla settimana di gestazione, se aspettare le 24 ore e fare un parto indotto oppure se effettuare il ricovero e mettere la donna a riposo. I medici tenteranno di posticipare il parto in modo che il piccolo abbia il tempo per prepararsi alla dilatazione dei polmoni e venire così al mondo in modo sicuro.
- A termine della gravidanza: durante il travaglio è molto frequente la rottura del sacco amniotico perchè sollecitato dalla forte spinta delle contrazioni e dalla testa del bimbo che spinge contro il collo dell’utero, provocandone una pressione interna che ne causa la rottura.
- Nessuna rottura: esistono bambini che nascono con tutto il sacco amniotico attorno al loro corpicino, chiamati infatti “bimbi nati con la camicia”. E’ un evento abbastanza raro perchè al giorno d’oggi il sacco amniotico, se non si rompe spontaneamente, viene rotto dal personale ospedaliero per accellerare la nascita ma in realtà si dovrebbe lasciar fare alla natura.
Il liquido amniotico è all’interno di un sacco semitrasparente molto sottile ma resistente, quando il sacco amniotico si rompe e c’è la fuoriuscita di acqua, la donna non sente dolore in quanto questa membrana è priva di terminazioni nervose. Il dolore non c’è neanche se la rottura è causata manualmente dall’ostetrica durante il travaglio. La perdita delle acque può essere abbondante se la rottura è totale o parziale perchè può accadere che il bambino ostruisca con la testa il canale del parto, dividendo così le acque, un po’ sotto e un po’ sopra di lui. Quindi il resto del liquido può fuoriuscire del tutto una volta che il piccolo è completamente fuori.
Il colore del liquido amniotico è il segnale di buona salute del feto. Se questo è pulito e incolore, il bambino è in ottime condizioni; se invece è macchiato di verde è necessario raggiungere l’ospedale al più presto perché questo segno rivela la presenza di meconio ( le prime feci del piccolo) o di una infezione e quindi possibile sofferenza fetale.
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