I sintomi della dislessia

I sintomi della dislessia

Non è facile fare una classificazione univoca dei sintomi della dislessia poiché essi variano in ogni individuo e sono quindi strettamente legati al bambino, alle sue debolezze per quanto riguarda la capacità di comprendere, interpretare e trasmettere le informazioni verbali. Ogni dislessico quindi ha caratteristiche con sintomi diversi che possono essere più o meno gravi.

Scuola dell’infanzia

Per una diagnosi precoce è necessario un occhio attento sia da parte del corpo insegnanti che da parte dei genitori stessi. Tra i sintomi che saltano subito all’occhio c’è una difficoltà nel memorizzare i nomi dei giorni della settimana o dei mesi dell’anno, un linguaggio povero di parole o con parole storpiate: i bambini affetti da dislessia non riescono ad identificare i suoni all’interno di una parola per cui non si accorgono di sbagliare. E’ compito degli insegnanti correggerli, ma sopratutto dei genitori che devono avere molta costanza e pazienza per sollecitare il bambino a correggersi. Spesso i genitori o i nonni ridono davanti agli strafalcioni che i bambini fanno nel tentativo di pronunciare una parola nuova o più complessa. Questo è un atteggiamento sbagliatissimo perchè il bambino percepisce la risata come un complimento per quello che ha detto, per cui continuerà a ripetere la parola sbagliata per far ridere l’adulto. E’ necessario quindi essere onesti e chiari col bambino, va corretto per il suo bene.
Tra gli altri sintomi precoci c’è la difficoltà di allacciarsi le scarpe, essere un po’ goffo e poco coordinato durante i giochi, difficoltà  queste legate alla coordinazione motoria.

Scuola Materna

Se il bambino non progredisce nell’apprendimento delle parole verso la fine della seconda elementare dovrebbe essere posto a test per la dislessia. Potrebbe avere un ritardo nell’automatizzazione della lettura e della scrittura, abilità che entro la seconda dovrebbero essere apprese e già consolidate. I bambini dislessici invece tendono ad invertire le lettere, confondere le parole, fare errori ortografici, hanno difficoltà nel dettato (molto lenti tanto da non stare al passo con gli altri). Inoltre hanno difficoltà nella memorizzazione delle tabelline, confondono la destra con la sinistra, non riescono a leggere l’orologio. Sono poco organizzati, proprio perchè a livello mentale manca loro l’automatizzazione degli schemi mentali, cosa questa che si ripercuote anche nell’ambiente familiare e sociale.

Sintomi nell’età adulta

Se la dislessia viene diagnosticata per tempo (durante  la fase prescolare o scolare) e se il bambino viene seguito opportunamente da professionisti (logopedista, psicomotricista, tutor dell’apprendimento, neuropsichiatra) in grado di dargli strumenti compensativi che gli permettano di gestire le proprie difficoltà adattandosi agli standard richiesti nell’ambito scolastico, è possibile sperare in un miglioramento parziale delle proprie abilità. Dico parziale perchè la dislessia non è una disturbo dal quale si guarisce, ma una condizione per la quale le difficoltà di lettura e scrittura saranno sempre presenti nella vista dell’individuo. Per questo motivo è molto importante e necessario per il bambino intervenire sul suo apprendimento precocemente.

Il dislessico adulto ha comunque difficoltà a leggere a voce alta, poca memoria, difficoltà di sintesi, difficoltà nell’organizzare le proprie attività.

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