Cos’è la dislessia

Cos’è la dislessia

La dislessia è un disturbo classificato tra i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e la sua principale manifestazione consiste nella difficoltà di leggere velocemente e correttamente, nel comprendere ed elaborare quello che si legge, nella memorizzazione delle definizioni, nella memorizzazione dei termini specifici. È un disturbo del linguaggio quindi (di origine genetica) che non incide affatto sull’intelligenza né su altre capacità (la lista di dislessici famosi e di successo è lunghissima), ma rende faticoso arrivare in fondo a una pagina e può trasformare la scuola in un calvario. Spesso questo disturbo si accompagna ad una difficoltà legata anche al pensiero logico matematico.

Questo disturbo cognitivo può essere diagnosticato dalla seconda elementare, nonostante ci siano significativi indizi che possono essere individuati già dai 4 o 5 anni di età del bambino. Durante la scuola dell’infanzia il bambino potrebbe avere qualche difficoltà nella comunicazione linguistica, come la poca conoscenza delle parole e del loro significato, problemi a memorizzare filastrocche o frasi in rima. Dal punto di vista motorio può avere una scarsa manualità e scarsa capacità nel disegno, difficoltà anche a ritagliare. Durante la scuola dell’infanzia è possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per l’abilità di lettura, in modo da poter intervenire precocemente e rafforzare delle competenze eventualmente carenti.

Durante il primo anno di scuola elementare si può notare una certa difficoltà nella lettura e nella scrittura: decifrare le lettere può risultare non semplice, il bambino potrebbe anche confondere le lettere o sostituirne alcune con altre. Inoltre si potrebbe notare una certa incertezza nel calcolo a mente fino a 10.

Se questo problema non viene identificato nei primi anni della scuola primaria, tramite la valutazione di una persona esperta nel campo dei disturbi dell’apprendimento (psicologi, logopedisti, optometristi, pediatri, etc), le conseguenze possono portare a una maggiore difficoltà nel contrastarle e mutarle a beneficio del bambino.
Generalmente quando il bambino dislessico è sottoposto a un metodo d’apprendimento usuale, riuscirà solo con un grande dispendio di energia e concentrazione a ottenere risultati che per i suoi compagni e per l’insegnante sono quasi banali, è quindi opportuno dare un aiuto senza colpevolizzazione, intervenendo subito poiché aspettando, la difficoltà per lui aumenta.

Questi bambini possono essere aiutati con il supporto del logopedista (considerando che spesso la dislessia coinvolge aspetti fonologici), con un Tutor che fornisca un metodo di studio e strumenti compensativi mirati al compenso delle difficoltà del bambino, a scuola con un Programma Didattico Personalizzato (PDP) il quale predispone strumenti compensativi e dispensativi scolastici previsti dalla lette 170/10. Deve essere redatto dall’insegnante della scuola e e il logopedista o il Tutor dell’apprendimento poiché, essendo ogni dislessico diverso dagli altri, è necessario avere una visione chiara del profilo caratteristico del ragazzo che individui tanto le aree di difficoltà quanto i punti di forza.

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